Inno ad Afrodite (Ode a Venere)
Traduzione italiana con note di Pierfrancesco La Mura
Copyright 2008
L' intera poesia puo' essere letta come l'invocazione di una donna a una dea (la dea dell'amore, o una divinita' universale), ma anche come invocazione della dea a una donna (una donna comune, o un'inizianda) oppure ancora di una donna (Saffo) a un' altra donna. Questa e' una caratteristica importante del testo originale, che la presente traduzione ha cercato per quanto possibile di preservare.
Come Isis - Hator, con cui era identificata, Afrodite aveva una duplice valenza: dea dell' amore (Afrodite "comune", o Pandemos, nata da Zeus e Dione), e divinita' universale (Afrodite Urania, nata dal mare fecondato dai testicoli di Urano recisi da Crono e precipitati a terra).
Saffo imita l'oscuro stile oracolare della sibilla. Le frasi sono volutamente ambigue, e richiamano agli eventi fondamentali sia nella vita della donna sia in quella della dea.
Ποικιλόθρον᾽ ὰθάνατ᾽ ᾽Αφροδιτα,
παῖ Δίοσ, δολόπλοκε, λίσσομαί σε
μή μ᾽ ἄσαισι μήτ᾽ ὀνίαισι δάμνα,
πότνια, θῦμον.
ἀλλά τυίδ᾽ ἔλθ᾽, αἴποτα κἀτέρωτα
τᾶσ ἔμασ αύδωσ αἴοισα πήλγι
ἔκλυεσ πάτροσ δὲ δόμον λίποισα
χρύσιον ἦλθεσ
ἄρμ᾽ ὐποζεύξαια, κάλοι δέ σ᾽ ἆγον
ὤκεεσ στροῦθοι περὶ γᾶσ μελαίνασ
πύκνα δινεῦντεσ πτέῤ ἀπ᾽ ὠράνω
αἴθεροσ διὰ μέσσω.
αῖψα δ᾽ ἐχίκοντο, σὺ δ᾽, ὦ μάσαιρα
μειδιάσαισ᾽ ἀθάνατῳ προσώπῳ,
ἤρἐ ὄττι δηὖτε πέπονθα κὤττι
δἦγτε κάλημι
κὤττι μοι μάλιστα θέλω γένεσθαι
μαινόλᾳ θύμῳ, τίνα δηὖτε πείθω
μαῖσ ἄγην ἐσ σὰν φιλότατα τίσ τ, ὦ
Πσάπφ᾽, ἀδίκηει;
καὶ γάρ αἰ φεύγει, ταχέωσ διώξει,
αἰ δὲ δῶρα μὴ δέκετ ἀλλά δώσει,
αἰ δὲ μὴ φίλει ταχέωσ φιλήσει,
κωὐκ ἐθέλοισα.
ἔλθε μοι καὶ νῦν, χαλεπᾶν δὲ λῦσον
ἐκ μερίμναν ὄσσα δέ μοι τέλεσσαι
θῦμοσ ἰμμέρρει τέλεσον, σὐ δ᾽ αὔτα
σύμμαχοσ ἔσσο.
Finemente assisa, eterna Afrodite,
creatura divina, ti prego, intreccia
frodi, non m'assoggettar con pene e affanni
il cuor, regina.
Vieni piuttosto, se giammai avvertito
il mio richiamo da laggiu' ascoltasti,
dalla paterna casa aurea sortendo,
e ti avviasti,
Aggiogato il carro; per terre oscure
ti condusser lesti begli angeli, da
sfere celesti, ali che roteavan
fitte a mezz' aria,
E non tardarono; e tu, benedetta
dall' immortale volto, sorridendo
chiedesti cosa ancor mi turba, e perche'
chiami ancora;
Che piu' desideri avvenga nel cuore
invasato, chi di nuovo io sia persuasa
tu possa vincere al tuo amore, chi, Saffo,
offende ancora?
Anche se fugge, presto inseguira'
se ora rifiuta doni, ne offrira'
e se non ama, tra poco amera'
pur se non voglia.
Vieni ancora e liberami, ti prego,
da angosciose cure; l'anelante cuor
fa' che adempia ogni voto; sii, tu stessa,
mia alleata.
Note:
“Finemente” = fine-mente, furba
“Assis' eterna”: tribunale eterno, trono immortale. Afrodite - Isis era rappresentata assisa su un trono splendidamente decorato, e a volte semplicemente chiamata "il trono immortale". Se riferito alla donna, l' aggettivo eterna e' associato all'appellativo Afrodite: "eterna Afrodite", "finemente assisa"
“Creatura divina”: figlia di Zeus, oppure nel senso di Urania; ma anche, riferito a una donna, bellissima, o divina nel senso di avere in se' l' immagine della dea
“Intreccia frodi”: gioco sull' assonanza Afrodite - frodi. La dea intreccia il nodo del matrimonio. La sua cinta intrecciata le permetteva di ammaliare gli uomini. Come Isis-Hator, plasma un serpente dal fango e lo usa per ingannare Ra. Riferito al "ti prego", vale come esortazione ad essere complice alla donna intessendo frodi o incantesimi
“Assoggettar con pene”: in quanto regina del cuore, ma anche "fa' che io non venga assoggettata a un marito" (in un matrimonio forzato)
“ 'l cuor regina”: regina del cuore, nei vari sensi di dea dell' amore, regina di cuori, o ancora regina del mio cuore, oppure regina del tuo cuore
“Vieni piuttosto”: l'intera invocazione puo' essere letta da diversi punti di vista - la donna chiama la dea, la dea chiama la donna oppure Saffo chiama la sua amata.
“Avvertito il mio richiamo da laggiu' ”: come richiesta di aiuto, oppure come richiamo dell'amore, ma anche come richiamo sessuale
“Dalla paterna casa aurea sortendo, e ti avviasti”: descrive l'immagine della dea che esce dal tempio il giorno della processione (Afrodisia), ma anche la nascita dell'aurora, o dell'astro Venere (tradizionalmente associate a Afrodite - Isis); descrive anche la ragazza che lascia la casa paterna per confortare un' amica, oppure la donna che la lascia sposandosi. L' aggettivo aurea puo' riferirsi sia alla casa, sia alla dea radiosa, sia alla donna che si avvia nel mondo bella e innocente
“Aggiogato il carro”: una metafora per il matrimonio, ma anche il carro decorato che portava l' immagine della dea assisa in trono in processione, oppure la meccanica celeste
“Per terre oscure”: come l'astro Venere o l'aurora prima del mattino, ma anche con il valore di territori infidi o sconosciuti
“Ti condusser lesti begli angeli ... e non tardarono”: i begli angeli (strouthoi, cioe' letteralmente "passeri" o "struzzi") sono alternativamente figli, fidanzati o mariti, oppure le persone che sfilavano danzando, portando la dea in processione, decorate da piume di stuzzo (le moderne cheerleaders), o ancora la dea Ma'at, attendente di Isis, simbolo della verita' e della giustizia (caratterizzata da una piuma di struzzo sul capo). I begli angeli sono anche uomini vanitosi ("da sfere celesti", "roteando fitte le ali") che cercano favori sessuali (in luoghi oscuri), "e non tardarono" (ad ottenerli).
“Da sfere celesti, ali che roteavano fitte a mezz'aria”: una metafora sessuale (celesti-ali), che ricorda anche il mito della nascita di Afrodite dai testicoli di Urano piovuti nel mare (e non tardarono a concepire). Le ali possono anche essere quelle della dea, poiche' Isis stessa e' alata. Le ali sono alternativamente le braccia degli infanti, che roteano nell'aria, o rappresentano uomini vanitosi che si pavoneggiano, oppure i remi (in greco, remi = ali) delle navi che portavano la donna via dalla terra paterna verso la terra del nuovo marito, o anche le piume che roteavano portando la dea in processione
“E non tardarono”: puo' essere riferito ai figli, o agli amanti, al matrimonio, o a viaggi per terre lontane, ma puo' anche avere una connotazione sessuale
“Sorridendo chiedesti cosa ancor mi turba”: una metafora sessuale, e forse un riferimento alla prostituzione sacra; ancora, un riferimento all'immagine muta della dea che, sorridendo, sembra parlare alla donna; o ancora, il sorriso malizioso di una donna che colleziona amori
“Chiami ancora”: puo'essere letto come (io) chiami ancora, oppure (tu) chiami ancora. Anche, Chi-ami ancora
“Che piu' desideri”: l'intero brano puo' essere letto come discorso diretto o indiretto, presupponendo un (io) o un (tu), e riferendosi alla dea o alla donna
“Nel cuore invasato”: della donna accecata dalla passione o dal dolore, ma anche nel cuore dell' iniziata che ospita lo spirito della dea
“Chi di nuovo io sia persuasa”: con valore riflessivo, "chi di nuovo io sono persuasa che ..."; con valore passivo, "chi di nuovo (desideri che) io venga persuasa (da te) ..."
“Tu possa vincere al tuo amore”: la passione della donna, ma anche il dominio sacro della dea
“Chi, Saffo, offende ancora”: a seconda di chi parla (la donna o la dea), puo' variamente significare "chi offende ancora Saffo?", "chi, oh Saffo, ti offende ancora?", "chi e' ancora offeso da Saffo?", o anche "colui il quale, oh Saffo, offende ancora"
“Anche se fugge ... tra poco amera' ”: la legge eterna dell' amore. Non specifica che l' amato o l' amata si innamorera' di chi ora rifiuta, ma solo che prima o poi amera'. Detto dalla dea all' inizianda, o dall' inizianda alla dea, e' una promessa o un voto
“Pur se non voglia”: l' amata, l' amante o la dea stessa
“L' anelante cuor fa' che adempia ogni voto”: fa' che io possa ottenere tutto cio' che mi sono ripromessa, in un contesto erotico, esistenziale, o rituale; oppure, che possa ottenere quanto mi hai promesso
“Sii tu stessa mia alleata”: l' iniziata diventa alleata della dea, e viceversa; oppure, la dea e' invitata a diventare complice erotica, oppure ancora, da Saffo alla sua amata, nel senso di non opporre resistenza alla sua passione ma piuttosto di favorirla